Una stalla sotto il cielo della valle d’aosta

Yannick e Hervé, alunni dell’Istituto Valdigne Mont Blanc Courmayeur, sono andati a visitare una fattoria a Pré-Saint-Didier. Mucche, tori, vitelli, fieno in abbondanza e trattori giganti: il lavoro in una fattoria è intenso ma la soddisfazione è grande.


La stalla è immensa e i trattori sembrano dei giganti. L’odore dello sterco è forte, ma con il passare dei minuti ci abbiamo fatto l’abitudine. Nella stalla piena di mucche nere e rosse, c’è fieno dappertutto. Le vacche sono legate, con una catena, una accanto all’altra. Proprio in quel momento il pastore le munge, con un macchinario speciale. Il proprietario della fattoria, Davide Bieller, ci fa anche vedere i suoi due tori, grandi e minacciosi, sembrava quasi che ci volessero attaccare.
È stata invece più piacevole la visita alla latteria appena ridipinta di bianco, spaziosa e ben illuminata da una finestra che fa entrare tanta luce. In questa stanza si mette il latte nella caldaia, per poi fare il tipico formaggio valdostano, la Fontina. Dopo una breve spiegazione siamo passati nell’ufficio dove si firmano i fogli quando si vende o si compra una mucca. Nella stanza ci sono numerose foto e trofei vinti alla “Bataille des reines”, la famosa battaglia delle mucche della Valle d’Aosta. La stanza è anch’essa spaziosa, ma piuttosto buia e dipinta di giallo.
Dopo un’ora di visita, il proprietario ci ha portati a visitare il box dei vitelli nati nel 2018 e nelle prime settimane del 2019. Lo spazio a loro disposizione è ben poco, ma presto dovrebbe aumentare perché a mano a mano i vitelli saranno stati venduti. Nella parte destra del box ci sono mangiatoie e abbeveratoi. All’arrivo del pastore che gli porta da mangiare, i vitelli si precipitano verso di lui spingendosi e accavallandosi l’uno con l’altro. Dopo un primo periodo in cui il piccolo resta con la mamma, viene separato da lei e a quel punto è compito del proprietario della stalla dargli del latte tutte le mattine e le sere. I vitellini sono tenuti tutti insieme, indistintamente maschi e femmine. Verranno separati solo molto più avanti, quando saranno adulti.

© Yannick & Hervé / Pré-Saint-Didier / Febbraio 2019

La nostra visita prosegue con il fienile, uno spazio anch’esso immenso che però viene ridotto ai nostri occhi dalla montagna di fieno che viene ospitato al suo interno. In alto delle aperture servono a fare circolare l’aria affinché il fieno secchi bene e non marcisca. Per portare il fieno all’interno di questa enorme stanza, si utilizza un sistema motorizzato. Il fieno viene prelevato dalla stanza tramite un nastro trasportatore condotto ad un tubo che arriva fino al fienile. Per prendere il fieno e portarlo alle mucche, invece, il lavoro tocca ai pastori, che con i forconi lo lanciano sotto, direttamente in stalla. Questo lavoro viene fatto quotidianamente, però solo la sera.
Un’altra zona molto importante della stalla, ma anche la più brutta da visitare, è il letamaio. È comunque una parte fondamentale perché ogni stalla la deve avere per legge. È composta da due vasche: una più piccola, ed una molto più grossa, il triplo dell’altra. Durante tutto l’inverno il letamaio viene riempito, per poi essere svuotato a giugno, quando le mucche se ne vanno in montagna e ci staranno per tutta l’estate.
La bella stagione è il momento in cui il letame viene sparso per i prati; sarà il concime per un’erba sempre più verde e rigogliosa.Il letamaio viene svuotato grazie alla «bottalla»,una grossa botte di acciaio con apertura posteriore dove fuoriesce il letame che si sparge nei campi.

FORCONI, VOLTAFIENO E ROTOBALLE

Questo tipo di lavoro impegnerà il pastore durante molte giornate del mese di giugno. Quando siamo arrivati a visitarlo, non ci siamo soffermati più di tanto perché l’odore era talmente forte che ci prendeva lo stomaco. Siamo allora andati a visitare una seconda stalla. Visto che le mucche sono numerose e la stalla non riesce ad ospitarle tutte, esiste una stalla secondaria: la stalla dei manzi. Questa per quasi metà anno è vuota perché i manzi sono ospitati negli alpeggi. Con la “Désarpa” essi scendono a valle e ritornano nella loro stalla. La stalla dei manzi rispetto alla stalla principale è più piccola ma è comunque grande e luminosa, con due grandi portoni per fare entrare il trattore.
Dopo aver visitato la stalla la visita è proseguita con le varie macchine utili all’agricoltore. Il proprietario ci ha spiegato che per trasportare le mucche c’è bisogno di un camioncino speciale. Grande e spazioso, è dipinto di rosso. Dopo aver visitato il camioncino delle mucche, abbiamo visitato i rimorchi essenziali per coltivare i prati: “l’imbaleusa”, il voltafieno, la barra falciante e il pianale per le rotoballe. L’imbaleusa è il macchinario che forma le rotoballe di fieno. è composta da un tubo con dei dentini, che grazie a questi tira nel macchinario il fieno, e una volta che la rotoballa è pronta, automaticamente, un portellone si apre e la fa scendere. Il voltafieno è un rimorchio composto da forche che girano e mettono il fieno in tante file per facilitare il lavoro dell’imbaleusa.
La barra falciante serve per tagliare l’erba nei campi ed è composta da due pezzi: uno che si aggancia dietro al trattore, e un altro che si aggancia davanti. Dentro alla barra falciante ci sono delle lame coperte da un telone. Queste sembrano leggere e poco pericolosa ma invece è il contrario. Infine il pianale si usa per portare le rotoballe dal prato al fienile. Grande, con due sponde, una davanti e una dietro, può contenere fino a quindici rotoballe. Altri macchinari più piccoli, come la falciatrice, l’ape e trattorini, completano gli utensili di lavoro dell’agricoltore

YANNICK & HERVÉ
Institution scolaire Valdigne Mont-Blanc Courmayeur