Il sindaco Stefano Miserocchi ha risposto alle domande degli alunni della classe 2B dell’Istituzione scolastica Valdigne Mont Blanc nella sala consiliare del Municipio di Courmayeur. Sviluppo sostenibile e turismo responsabile, raccolta differenziata, consumi energetici e progetti per migliorare la mobilità urbana: ecco i temi della discussione.
Cos’è oggi il turismo sostenibile a Courmayeur, o forse dovremmo parlare di sviluppo sostenibile?
Stefano Miserocchi: Lo sviluppo sostenibile è un’idea che si è fatta strada negli anni ottanta per cercare di capire quale futuro dare al nostro pianeta, perché ormai noi, come genere umano, siamo estremamente impattanti, a un livello tale che in metà anno consumiamo le risorse del pianeta disponibili per un anno, e questo deve porci delle domande per il futuro e per il nostro stile di vita.
Courmayeur è un paese che vive di turismo, quindi bisogna parlare di turismo sostenibile, vuol dire un turismo in cui ci sia una mobilità più condivisa tra mezzi di trasporto privati e pubblici. Durante tutto l’anno, l’amministrazione mette a disposizione un servizio di trasporti pubblici che permette non solo ai turisti, ma anche alla popolazione residente, di muoversi su tutto il territorio, anche la sera. Con delle navette nei periodi di picco turistico, ad esempio. Utilizzare il trasporto pubblico permette di risparmiare molte risorse. Inoltre c’è anche la possibilità di muoversi in bicicletta, e la mobilità elettrica, ad esempio, potrebbe essere una vera alternativa. Con le bici elettriche si può arrivare dappertutto.
Turismo sostenibile lo è anche nel curare l’efficientamento degli edifici comunali, come ad esempio le scuole e il palazzetto dello sport. Se gli edifici sono ben mantenuti e ben coibentati, si consuma meno energia per riscaldarli, e si risparmiano risorse per il pianeta. Importante è anche la ricerca di sistemi alternativi come il solare. Stiamo facendo uno studio per vedere se è possibile, almeno in alcune zone, o in strutture come il palazzetto dello sport, sfruttare appunto il solare. Nelle scuole lo avete già, grazie a un progetto realizzato anni fa.
Come fare per convincere sempre più abitanti e turisti a muoversi a piedi o in bicibletta?
Facendo
veicolare il messaggio che si può vivere il proprio territorio appunto
girando a piedi o in bicicletta. Quella che si chiama adesso mobilità
lenta, è una mobilità su cui stiamo lavorando, cercando di portare
avanti tutta una serie di progetti, in particolare uno sul collegamento
tra val Ferret e val Veny. Quest’anno metteremo a posto tutti i ponti
che ci sono sul sentiero. L’obiettivo è cercare di valorizzare questi
percorsi, in modo che tutti possano muoversi e fare una bella
passeggiata, e che abitanti e turisti siano stimolati a non utilizzare
le automobili.
Di inverno battiamo anche la pista pedonale del
Villair per dare modo di andare in giro a piedi anche quando c’è la
neve, anche se la neve purtroppo sta venendo sempre meno. Dobbiamo
arrivare ad avere un’offerta turistica che sia più ampia possibile per
permettere che i turisti non solo vengano per sciare, ma anche per fare
delle belle passeggiate o visitare un museo. Courmayeur non è solo sci.
Questo vuol dire saper valorizzare il proprio territorio nell’ottica di
uno sviluppo sostenibile, cioè farlo vivere non solo d’inverno, ma anche
d’estate. Gli albergatori vi diranno che negli ultimi anni la stagione
estiva si è allungata proprio perché si sta riscoprendo la montagna
d’estate.
Sempre a proposito di mobilità, cos’altro si può fare, oltre ad incitare all’uso dei trasporti pubblici? In alta stagione, il traffico resta soffocante.
Stiamo lavorando ad un “Piano urbano del traffico” e abbiamo dato affidamento ad una società di fare tutta una seria di lavori sul territorio, per mappare innanzitutto quella che è la reale situazione e capire bene come agire in alta stagione. Il problema di Courmayeur è che ci sono dei periodi di altissima concentrazione: anche se avessimo milioni di parcheggi, non basterebbero… E dei periodi in cui c’è una frequenza minore, in cui però occorre continuare a mantenere un’offerta densa di trasporti pubblici. Bisogna trovare un equilibrio tra le infrastrutture e il servizio. Il nostro obiettivo, nel lungo periodo, è quello di arrivare a capire se si possono ancora fare dei parcheggi esterni, in cui la gente arriva, lascia la macchina e si muove per tutte le sue vacanze con mezzi pubblici o a piedi.
Il primo passo è stato dunque di potenziare il servizio pubblico lungo tutto il territorio comunale. Adesso, ripeto, l’altra cosa che vorremmo far capire è che Courmayeur è piccola e si gira benissimo a piedi. Non c’è bisogno ad esempio di andare dal centro di Courmayeur al palazzetto dello sport in macchina, sono cinque minuti a piedi, un bellissimo percorso, con un sottopasso per attraversare, c’è tutto, i marciapiedi sono puliti d’inverno e d’estate, quindi pienamente frequentabili. Se voi ci pensate, in fin dei conti, a piedi a Courmayeur si gira in dieci minuti da una parte all’altra.
La raccolta differenziata è importante per lo sviluppo e il turismo sostenibile. Qual è la situazione a Courmayeur?
Su tutto il nostro territorio ci sono dei cassonetti per fare la differenziata, ma purtroppo non riusciamo ad arrivare al livello minimo richiesto che è circa del 65% della raccolta, e questo è una colpa di tutti noi che non la facciamo nell’arco di tutti i giorni, perché il concetto fondamentale dello sviluppo sostenibile, e anche del turismo sostenibile, è che noi tutti dobbiamo portare avanti per primi questa azione, non devono farlo gli altri, lo dobbiamo fare noi per primi. Quindi dobbiamo stare attenti ad avere il minore impatto possibile grazie ad una più corretta gestione dei nostri rifiuti, un punto essenziale. Mi aspetto in futuro un forte aiuto da parte vostra.
Tempo fa si parlava di unire la stazione sciistica di Courmayeur con quella della Thuile, secondo lei è sempre realizzabile?
Da tanti anni si parla di questo progetto. Avere un comprensorio più ampio e una più grande offerta turistica è sicuramente un obiettivo da perseguire. Però quella porzione di territorio è un po’ complessa. Il primo passaggio che si realizzerà è la nuova stazione dell’Arp: hanno costruito la pista e dall’estate 2019 costruiranno anche la nuova funivia perché l’altra ormai è obsoleta e non può più essere rinnovata. Oggi c’è tutto un sistema di navette che permette di andare a sciare tra Courmayeur e la Thuile collegando i due comprensori. Ma come dicevo prima è un territorio molto complesso da gestire, con tematiche delicate da affrontare. Il progetto resta sospeso a queste difficoltà, di cui non vorrei parlare adesso perché sarebbe troppo lungo da spiegare.
È stata aperta una nuova pista che collega l’Arp e Youla, aumentando la possibilità di praticare il fuori pista. Come evitare che i frequentatori di questa nuova pista vadano a finire nei canali dove c’è rischio valanghe?
Questo è un tema molto importante, perché la montagna vuol dire sempre responsabilità, la montagna è un territorio non ostile, ma difficile, complesso, io ho fatto dell’alpinismo, anche serio, uno dei sogni nel mio cassetto era di diventare guida. Tutte le volte che ho incrociato la montagna mi sono sempre posto la domanda della sicurezza. Ci sono comunque tutti i cartelli necessari per indicare che i fuori pista devono essere fatti nelle condizioni giuste, con l’attrezzatura giusta. La prima persona che deve essere attenta è il frequentatore della montagna, per cui ci possono essere tutte le barriere e i cartelli che vuoi, ma ci sarà sempre qualcuno che, stupidamente, le supera senza avere la capacità di farlo.
La cosa importante è agire con responsabilità. La responsabilità di capire che il fuori pista è al di sopra delle proprie capacità e quindi di fare un passo indietro. In montagna si deve essere capaci di fare questo passo indietro quando non ci si sente sicuri e quando non si dispone dell’attrezzatura necessaria. Per carità, il fuori pista è bellissimo, io ne facevo prima di diventare sindaco, adesso non scio molto, purtroppo. è bello andare a sciare, ma è sempre meglio farlo in sicurezza e con sale in zucca.
È già successo a Punta Helbronner. Senza capire che il loro livello sciistico era basso, alcuni hanno superato il cancello che dava sul ghiacciaio provocando incidenti.
A Punta Helbronner, c’è un cancello chiuso e anche un cartello grosso come una casa che dice “Al di là di questo dovete andare o con il materiale di montagna oppure accompagnati dalle guide alpine”. Eppure c’è gente che scavalca, che si avventura addirittura con le scarpe da ginnastica sul ghiacciaio, perché molte volte la montagna nasconde i suoi pericoli, cioè ci sono dei pericoli oggettivi, ma tu come persona, oggettivamente, non li percepisci, e questo è il problema. Come dicevo prima, la cosa più importante è la responsabilità delle persone, approcciarsi con una mentalità di sicurezza e quindi rispettare tutti i segnali e cartelli, informarsi prima di tutto se si può andare oltre, o se occorre chiedere aiuto a un professionista che ti consiglia e ti dà una mano.
Prima ha parlato di «energia sostenibile». Nella località dell’Ange abbiamo notato che lo schermo in piazza, durante il fine settimana, è sempre acceso, giorno e notte. Come mai?
Lo schermo è spento tutti i giorni alle dieci di sera. Mi sono informato: non rimane acceso oltre l’orario stabilito. Avete comunque ragione di mettere in evidenza che questo schermo consuma energia elettrica. L’obiettivo del comune, come vi dicevo prima, è gestire tutte le infrastrutture nell’ottica di ridurre il più possibile il consumo nel quadro di uno sviluppo e di un turismo sostenibile.
Soltanto nello scorso autunno sono state realizzate diverse costruzioni di grandi alberghi. Courmayeur non sembra più Courmayeur, una cittadina di montagna, ma sempre più un centro turistico con alberghi di lusso per turisti che hanno tanti soldi. Cosa ne pensa di questa situazione?
Io a livello personale sono più per una dimensione un pochino più compatta, appunto da cittadina di montagna. Dovete però tenere conto che ci sono delle leggi al di sopra di quelle comunali, leggi regionali e statali che consentono queste costruzioni. Quello che possiamo fare noi è cercare di discutere con chi pianifica e costruisce grandi alberghi di lusso sul nostro territorio per cercare di arrivare ad un progetto globale che permetta il rispetto dell’identità del territorio e dell’equilibrio urbanistico.
Perché a Courmayeur ci sono molte pubblicità di macchine e, visto che siamo in montagna, non ci sono invece quelle di piccozze e scarpe?
In verità ci sono in giro anche pubblicità della Grivel, con le sue celebri piccozze. Fino a novembre scorso abbiamo fatto un accordo con uno sponsor pubblicitario automobilistico per ottenere nuove risorse finanziare da investire in più sul territorio, sulla manutenzione e sui progetti.
Guardando verso il futuro stiamo cercando di capire chi possa invece essere interessato ad un progetto non solo di sponsorizzazione, ma anche di valorizzazione della località. Stiamo cercando di coinvolgere sempre di più chi viene a sponsorizzare Courmayeur nel quadro di un progetto di crescita insieme, in modo da far sì che noi otteniamo nuove risorse, come ho già detto prima, da investire sul territorio perché, questo territorio non sembra, ma è estremamente delicato, richiede tanta cura, e non è possibile gestirlo senza le risorse adeguate.
Intanto ci siamo trovati in imbarazzo il giorno dello sciopero per il clima, venerdì 15 marzo, il famoso Friday for Future. Siamo andati all’Ange, per fare una foto di gruppo, e ci siamo accorti che c’erano dei grandi cartelloni pubblicitari della Land Rover e della Jaguar. Noi che lottiamo per un pianeta migliore, ci siamo trovati con questa pubblicità dietro di noi, non è etico.
Abbiamo scelto Land Rover e Jaguar perché stanno portando avanti un progetto di macchine elettriche, modelli presentati a Courmayeur che vanno nell’ottica di una mobilità più sostenibile cambiando proprio quella che è l’attuale tipologia di energia. Poi ognuno è libero di aver un problema etico o meno nel vedere degli sponsor come Land Rover e Jaguar nei nostri pannelli pubblicitari.
GAIA & RUDI
hanno curato la trascrizione dell’intervista
Institution scolaire Valdigne Mont-Blanc Courmayeur